Osservatorio di Intellectual property e digital rights


Osservatorio di Giuseppe Cassano

Lo sviluppo delle tecnologie sta cambiando completamente l’approccio ai nostri modelli giuridici. Fino a pochi anni fa, infatti, non era concepibile un’opera dell’ingegno (ad esempio un romanzo) scollegata dal suo supporto fisico (cioè il libro cartaceo); con l’avvento della tecnologia digitale invece l’opera tende a de-materializzarsi e ad essere totalmente indipendente dal supporto fisico. Ciò ovviamente ha sconquassato equilibri economici e giuridici che si erano stabilizzati ormai da secoli.

Guardando alle interferenze del diritto di Internet l’Osservatorio seguirà la tematica dei brevetti (che proteggono le nuove idee), dei marchi depositati (che proteggono i simboli finalizzati a distinguere le varie aziende), del diritto d’autore (che protegge le espressioni artistiche). In questo momento storico ancor più la partita si gioca sull’aggiornamento delle regole sul diritto d’autore nell’Unione Europea: seguiremo l’armonizzazione delle leggi sul copyright nei singoli Stati, dando basi comuni più chiare sulle quali ogni Stato può poi elaborare i propri regolamenti.

Più in particolare verificheremo il rapporto tra le piattaforme online – Google, Facebook e gli altri – e gli editori, che da tempo lamentano di subire uno sfruttamento dei loro contenuti da parte delle prime nei loro servizi e senza un adeguato compenso. Da un lato gli editori accusano i social network e i motori di ricerca di usare i loro, senza offrire in cambio nessuna forma di compenso; dall’altra parte ci sono le piattaforme che dicono di fare già ampiamente gli interessi degli editori, considerato che il loro traffico arriva in buona parte dalle anteprime pubblicate sui social network o nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca.

Ancora verificheremo la questione dell’esercizio da parte delle piattaforme online del controllo su ciò che viene caricato dai loro utenti, in modo da escludere la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore e sul quale gli utenti non detengono diritti, nella primaria considerazione che gli strumenti tecnici esistono affinché ogni fornitore di servizi online si metta d’accordo con le case editrici, cinematografiche e discografiche per dotarsi di una licenza che gli permetta di ospitare contenuti coperti da copyright o, semplicemente, detronizzi l’illecito.