Rifiuto di fornire i codici di sblocco della strumentazione informatica in sequestro e pericolo di inquinamento probatorio: addio al nemo tenetur se detegere? [Cassazione penale, II Sez., 26 febbraio 2021 n. 7568]

di Marco Pittiruti
Con la sentenza in commento, la Corte di cassazione ha valorizzato il rifiuto dell’indagato di fornire i codici di sblocco dei dispositivi informatici a lui sequestrati quale elemento da cui desumere il pericolo di inquinamento probatorio di cui all’art. 274 c.p.p. Segnatamente, a parere dei giudici legittimità, l’ostacolo frapposto dall’indagato all’accesso, da parte della pubblica accusa, ai dati ivi contenuti avrebbe reso concreto il pericolo che, in condizioni di libertà, l’indagato potesse tentare di accedere a tali dati da remoto al fine di cancellarli. Nel caso di specie, la strumentazione informatica sequestrata all’indagato si era rivelata protetta da codici che lo s. . .