La messaggistica WhatsApp è prova documentale

di Luigi Annunziata
Con la sentenza n. 1822 del 16 gennaio 2018, la V Sezione della Suprema Corte sembra porre fine al dibattito in ordine alla natura ed alla utilizzazione – nell’ambito del processo penale – delle conversazioni e delle comunicazioni che sfruttano la nota applicazione WhatsApp, ossia quello che è oramai diventato il più comune software di messaggistica istantanea. Proprio il capillare sviluppo e la rapida diffusione del suddetto mezzo di comunicazione, sempre più spesso propedeutico alla commissione di reati di vario genere, ha comportato l’insorgenza di numerose questioni concernenti – tra l’altro – la natura giuridico-processuale dello strumento, l. . .