ChatGPT e prime applicazioni nel mondo del diritto

di Bruno Tassone

Risale al 3 novembre 2022 il lancio ufficiale di “ChatGPT”, ossia una chatbox basata su un sistema di AI con cui qualsiasi utente registrato può interagire come se avesse di fronte un essere umano e – soprattutto – chiedere la redazione di un testo, differenziandolo anche in base al destinatario (ad esempio, chiedendo di spiegare il concetto di base ad un minore), il quale viene redatto attingendo a buona parte dello scibile umano (ossia i contenuti della rete internet fino all’anno 2021).

I risultati sono stati definiti già “sorprendenti” perché, grazie all’auto-apprendimento del programma, lo stesso migliora la sua capacità relazionale man mano che dialoga con l’utente e per così dire già al “primo tentativo” di scrittura fornisce un prodotto “pressoché perfetto”.

In tal senso, in specie, C. Morelli, La ChatGPT che scriveva come un avvocato, 16 gennaio 2023, disponibile si www.altalex.it, la quale mette in luce che già si esaminano le ricadute di tale rivoluzionaria applicazione sull’attività forense, dacché la capacità di aggregazione delle conoscenze consentirebbe al programma persino di superare l’esame di avvocato, anche se sul versante della redazione di ricorsi e altri atti giudiziari il risultato della versione beta è ancora carente: ma varrà decisamente la pena di monitorare gli sviluppi in questa e altre direzioni.