Concorrenza sleale per plagio di funzionalità. Dalla Corte di Milano due sentenze pongono seri problemi all’industria del software

di Andrea Monti
Le due sentenze del tribunale e della corte d’appello di Milano riscrivono i parametri per la valutazione della duplicazione di software nell’ambito di comportamenti decettivi privilegiando l’apparenza esterna (interfaccia e funzionalità) rispetto al tradizionale approccio basato sulla comparazione dell’analisi (progettazione) e del codice sorgente (realizzazione/modalità espressiva). L’occasione perduta dalle sentenze, fondate quanto all’an su somiglianze esteriori dei due software oggetto di causa, è quella di indicare in che modo sono stati ritenuti superabili l’articolo 2 comma I n. 8 (che esclude dalla tutela autoriale “le idee e i principi che stanno alla base di qua. . .